(dott.ssa Luisella Ferrari)
La volontaria ha il primo contatto con la donna operata sia in ospedale sia in sede. Essa, avendo vissuto la stessa esperienza, conosce le reazioni psicologiche e le possibilità di adattamento all'intervento, conseguenti alle diverse fasi della malattia e può creare un legame empatico.
Formazione e supporto delle volontarie
Coordinamento gruppi volontarie in sede
Incontri gruppi di “psicologia del benessere” con la nostra psicologa
Colloqui individuali per pazienti e volontarie, su appuntamento, in Sede
Volontarie:
Il programma di supporto alle donne operate ha come scopo di “riabilitare fino alla fine”. È necessario infatti aiutare a dare un senso alla vita visto che spesso si teme che la vita dopo il cancro non abbia più senso.
È bene conoscere che il ritorno alla vita sociale e familiare all'uscita dall'ospedale può determinare un aumento dello stato depressivo della paziente che teme di non poter riprendere validamente i ruoli precedenti all'intervento. È possibile identificare alcune cause di questo stato depressivo:
Ogni azione di contenimento dell'angoscia effettuato dagli operatori e dalle volontarie dovrebbe tener conto di questi punti.
L'eventuale chemioterapia successiva all'intervento può rappresentare un momento assai problematico per le pazienti dato che ricorda loro la malattia. E' necessario che le pazienti possano ricevere rassicurazioni e spiegazioni sufficientemente chiare sullo scopo di questa terapia e sui suoi effetti collaterali.
Occorre infine ricordare come l'attività di assistenza nel campo oncologico sia ad alto rischio di “burn out”, per far fronte al quale è di grande utilità la partecipazione ai gruppi di formazione e discussione ed eventualmente il ricorso alla consulenza della psicologa.
Slancio eccessivo: è destinato a ridimensionarsi bruscamente;
Impulsività: impedisce di riflettere e comporta il rischio di sbagliare;
Motivazioni forti: se reduci da esperienze traumatiche, meglio attendere prima di impegnarsi;
Curiosità: se alla base delle motivazioni c'è soltanto la ricerca di novità, meglio rinunciare;
Indiscrezione: non si aiuta per vantarsi o per esibire i casi degli assistiti;
Opportunismo: non si fa volontariato in attesa di tempi migliori o di un lavoro o di cose più interessanti;
Conformismo: non si può aiutare perché è di moda o ci fa belli agli occhi degli altri;
L'ascolto: la qualità più delicata, ma la più importante;
Umiltà: sapere che non si finisce mai di imparare. L'orgoglio e la presunzione sono dannosi;
Costanza: perché gli impegni vanno mantenuti in modo continuativo (come un lavoro retribuito);
Pazienza: perché l'obiettivo di recare sollievo ad altri richiede molto tempo e tolleranza;
Fantasia: per coinvolgere gradevolmente sé stessi e l'altro;
Disponibilità: sia nell'organizzazione, sia con le persone bisognose (altruismo);
Comprensione: per i problemi dell'altro (senza cadere nel pietismo);
Coraggio: di fronte alla sofferenza;